Se lo scorso anno vi abbiamo raccontato come si trascorrono le festività natalizie in giro per il mondo (QUI e QUI) tra Krampus, Caganer, lanterne giganti e slitte trainate da canguri, stavolta vogliamo portarvi a festeggiare il Natale in Islanda, in compagnia di tante creature fantastiche e sommersi da un’alluvione di libri.
Il Natale in Islanda è una questione seria, una festività che unisce elementi religiosi con il tradizionale folklore nordico. Le celebrazioni si aprono ufficialmente il 23 Dicembre quando si consuma un pasto a base di squalo essiccato e si addobba l’albero. A Reykjavik i negozi restano aperti fino a mezzanotte per permettere ai ritardatari di acquistare gli ultimi regali.
Alle ore 18 in punto del 24 Dicembre, Aðfangadagur/vigilia di Natale, le campane delle chiese suonano e si festeggia con una cena in famiglia a base di piatti tradizionali, a cui segue l’apertura dei regali, mentre Il 25 lo si dedica al relax e alle chiacchere con la famiglia e gli amici.
Ma il Natale è anche il periodo giusto per ricordare i propri cari defunti. La mattina del 24 Dicembre è infatti consuetudine recarsi al cimitero per lasciare una candela sulla tomba delle persone amate che ci hanno lasciato.
Natale in Islanda: Tra creature fantastiche e libri sotto l’albero
Jólasveinar, gli amici del Natale
Quasi l’80% della popolazione islandese crede nell’esistenza di elfi, gnomi e folletti; in una parola, “hidden people”. E il Natale in Islanda non potrebbe essere più intriso di folklore e di credenze popolari. Protagonisti delle festività natalizie sono i Jólasveinar/gli amici/i ragazzi del Natale, 13 piccoli orchi che in questo periodo si divertono a rubare cibo e fare scherzi.
illustrazioni di Stefan Große Halbuer
Secondo la tradizione, queste creature sono i figli di Grýla e Leppalúði, due troll divoratori di bambini che vivono sul monte Bláfjöll, la Montagna Blu nei pressi di Reykjavik. Gryla appartiene alle antiche credenze, difatti viene menzionata anche nell’Edda, e Leppalúði è il suo marito sottomesso. Ma forse il più terrificante della famiglia è il gatto Jólaköttur, che durante la notte di Natale rapisce i bambini che non indossano un capo di abbigliamento nuovo; così è tradizione che sotto l’albero i bambini islandesi trovino dei vestiti.
A partire dal 12 Dicembre, la vigilia di Santa Lucia, fino al 24 Dicembre, i Jólasveinar scendono dalle montagne, uno ogni notte, per fare dispetti facilmente intuibili già dal nome: Þvörusleikir/Lecca Mestolo, Pottaskefill/Gratta-pentole, Bjúgnakrækir/Ruba Salsicce, Gluggagægir/Spia dalle Finestre per citarne alcuni.
Negli anni, questi personaggi nati per fare paura ai più piccoli, sono diventati meno spaventosi. Nel 1746 infatti le autorità islandesi emisero un decreto che vietava ai genitori di utilizzare troll, mostri e demoni come metodo di persuasione per indurre i propri figli a comportarsi bene.
Così gli orchetti persero il loro aspetto maligno e terrificante, e nel XX sec. iniziò una vera e propria contaminazione da parte dei colleghi stranieri, sia per quanto riguarda il comportamento che la forma: iniziarono a indossare abiti rossi come Babbo Natale e gli gnomi di Natale danesi, e divennero sempre più benigni nei riguardi dei bambini. Tanto che, per un’associazione di idee, la forma singolare Jólasveinn è passata a significare anche Babbo Natale/ Santa Claus.
Ogni notte, prima di andare a dormire, i bambini islandesi lasciano sul davanzale della finestra la loro scarpa più grande, nella speranza che i Jólasveinar vi lascino un regalo: se durante l’anno si sono comportati bene, riceveranno dei dolcetti o un piccolo dono, se invece sono stati cattivi, riceveranno una patata cruda raggrinzita.
Dal 25 Dicembre al 6 Gennaio i Jólasveinar tornano sulle montagne, sempre uno alla volta, e l’ultimo è Kertasníkir/Accatta Candele, che risalendo porta con sé tutte le feste.

Jólabókaflóð, un’alluvione di libri
Se i bambini ricevono tanti piccoli doni durante tutte le festività, per gli adulti è invece tradizione regalare libri e passare la notte della vigilia leggendo. Questo rito prende il nome di Jólabókaflóð, letteralmente “alluvione di libri per Natale”. Il Natale in Islanda non è tale se non c’è una valanga di libri sotto l’albero.
Gli islandesi sono un popolo di grandi lettori, ma anche di scrittori. Difatti l’Islanda è il paese con più libri pubblicati pro capite: pare che un islandese su dieci ne abbia scritto e pubblicato almeno uno. Il romanziere Solvi Bjorn Siggurdsson ha spiegato alla Bbc «Siamo una nazione di cantastorie. Quando è buio e fa freddo, non ci rimane altro da fare se non scrivere.»
Pare che l’usanza di regalare libri a Natale risalga al periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando le leggi in vigore imponevano restrizioni sull’importazione di molti beni dall’estero, ma non della carta. Per questo i libri, facili da reperire, divennero il regalo per eccellenza.
Anche le case editrici contribuiscono a sviluppare questo mercato: ogni autunno le famiglie islandesi ricevono gratuitamente un catalogo, chiamato Bokatidindi, in cui vengono presentati i libri in uscita, e la maggior parte degli scrittori fissa la data di pubblicazione del proprio romanzo intorno alle fine di Novembre, così che sia una novità in libreria, pronto per essere regalato in occasione delle feste.
Se volete conoscere un autore, anzi, un’autrice islandese, vi segnaliamo il libro Terreni di Oddný Eir Ævarsdóttir di cui vi abbiamo parlato QUI.
La tradizione a tavola
In Islanda, come in tanti altri paesi del mondo, la tradizione si trova soprattutto a tavola. La cena della vigilia è uno dei momenti più importanti dell’anno, da preparare con cura e dedizione. I cibi che vanno per la maggiore sono salmone affumicato, tacchino, manzo, agnello e merluzzo.
Altro elemento che non può mancare è il Laufabrauð, un disco di pane decorato con motivi geometrici da cucinare in una padella con un po’ d’olio. Questo piatto viene dall’Islanda del Nord e si consuma durante il periodo natalizio, più o meno da fine Novembre fino alla fine delle festività, sia solo che come accompagnamento ai piatti natalizi. La prima domenica di Dicembre molte famiglie si riuniscono per cucinare insieme il Laufabrauð e poi conservarlo, così da essere consumato durante la cena della vigilia.
Un’altra tradizione amata dagli islandesi è il Jólahlaðborð, il consueto buffet di Natale. Molti ristoranti cominciano a servirlo già a Novembre, e spesso i posti vanno a ruba. C’è sempre un buon motivo per presenziare a un buffet di Natale e non è raro partecipare a più di un buffet.
E voi come trascorrerete le imminenti festività natalizie? Seguirete la nostra tradizione, o sperimenterete un Natale in salsa islandese?
5 Comments
ma quante belle curiosità in questo post!! comunque il decreto “salva elfi” per non usarli come spauracchio per i bambini è geniale!!
http://www.audreyinwonderland.it/
Mi piace scoprire le tradizioni di altri popoli. Visto che amo leggere per me un bel libro è sempre stato un ottimo regalo da fare e ricevere.
Ciao Stefania, anche a noi piace molto questa usanza di regalare libri e sarebbe bello si diffondesse nel nostro paese. Ed è pure bello aprirsi alle tradizioni di altri popoli e culture. C’è sempre qualcosa da imparare e apprezzare.
Piacevolissimo articolo, anche per chi già conosce queste meravigliose tradizioni :) Io e il mio ragazzo stiamo festeggiando il Natale islandese alla lettera, sia quello da adulti che quello da bimbi, fatta eccezione per il cibo :D
Ciao Valeria, grazie mille. Anche a me piace sempre inserire qualche tradizione natalizia “nordica” nel mio Natale. In particolar modo ho deciso di regalare libri, libri e libri ad amici e parenti. Per il cibo, rimango un po’ sul tradizionale. Mica posso rinunciare a una fetta di pandoro con la Nutella! :)