Aurora boreale in Islanda: uno dei fenomeni più magici da vedere una volta nella vita. Moltissime persone scelgono infatti l’isola come destinazione privilegiata per osservare le luci del nord, oltre a godere di panorami spettacolari. Diciamo che qui, complici un cielo limpido e una buona attività, si ha la possibilità di vedere l’aurora boreale in location da sogno.
Da Settembre, talvolta anche fine Agosto, ai primi di Aprile è possibile osservare l’aurora boreale in Islanda. Da Aprile in poi, nei mesi estivi, non è invece più possibile vederla per la presenza della troppa luce dovuta al sole di mezzanotte.
Se vuoi saperne di più sul fenomeno delle aurore polari puoi leggere il nostro articolo che raccoglie dieci consigli per avvistarle. Oppure non perderti la nostra guida su come fotografare l’aurora boreale, realizzata con il supporto di due grandi fotografi italiani come Andrea Celli e Francesca Dani.
In questo articolo invece, grazie al supporto di amici appassionati e fotografi, racconteremo le più belle location in Islanda per fotografare l’aurora boreale e scopriremo di più sul backstage di questi scatti.
L’aurora boreale in Islanda: pro e contro
L’Islanda ha il pregio di essere poco popolata, a eccezione della zona della capitale, e per questo è abbastanza semplice allontanarsi dai centri urbani più grandi per evitare l’inquinamento luminoso che disturba la visione dell’aurora boreale.
Ma il vero pro dell’Islanda è il fatto di offrire paesaggi molto diversi tra loro, una varietà incredibile di scorci e panorami che si susseguono da Nord a Sud e da Est a Ovest. Nonostante in inverno, periodo propizio per luci del Nord, molte zone dell’Islanda siano impossibili o quasi da raggiungersi, ci sono comunque abbastanza opportunità di fotografare l’aurora boreale in location pazzesche come quelle che ti mostreremo di seguito.
Per quanto riguarda le condizioni meteo, imprescindibili per la caccia alle luci del Nord, l’Islanda potrebbe non essere il massimo avendo un clima molto instabile e influenzato dalla presenza del mare. Il sito da tenere in considerazione durante la caccia all’aurora boreale in Islanda è sicuramente Vedur.is, gestito dall’Istituto Metereologico Islandese, che fornisce le previsioni in merito alla copertura nuvolosa dell’isola.
Nel fotografare l’aurora boreale in Islanda, oltre ad un pizzico di fortuna, potrebbe essere utile anche saper trovare una buona composizione per la fotografia così da rendere ancora più evocativo il fenomeno ritratto. Quindi conoscere le più belle location per osservare le northern lights, termine che sta per “aurora boreale” in inglese, è sicuramente una marcia in più.
Icelandic Aurora, la webcam per vedere l’aurora boreale da casa
Da Gennaio 2018 è partito il progetto Icelandic Aurora, unico nel suo genere e ideato dal fotografo italiano Ottavio Giannella in collaborazione con Luca Bracali, Davide Necchi e Danilo Aghemo di Timelapse.in. Si tratta dell’installazione in Islanda, presso la Milli Vina Guesthouse in zona Borgarnes, di un sistema di ripresa a risoluzione 24 megapixels che riesce a mostrare ogni minuto un’immagine del cielo. Ciò significa che si ha a disposizione un occhio per poter ammirare l’aurora boreale da casa, praticamente in diretta, e un sito in cui ci sono tutti i riferimenti per le previsioni.
Caccia all’aurora boreale in Islanda: il racconto di Davide Necchi, esperto di aurore
Ho conosciuto Davide sul gruppo Facebook Amici dell’Islanda, vedendo scorrere le fotografie delle sue mille mila avventure islandesi, spesso in luoghi più remoti del solito e a bordo della sua bicicletta. Per me Davide è l’uomo delle aurore boreali. Le conosce, le studia, le caccia, le fotografa, tutto per passione. Nessun altro riesce a fornire un bollettino di previsioni così dettagliate e spesso azzeccate. Abbiamo chiesto a Davide di raccontarci una delle sue serate di caccia all’aurora e così, prima di scoprire le più belle location per fotografarla, leggeremo il suo divertente racconto per renderci conto di tutto ciò che c’è dietro al fenomeno (ansia, fretta, pasti frugali, attese infinite e gioia).
Cribbio è tardi! O meglio, so che non lo è, ma ormai il cielo è buio e ho indugiato più del previsto nella piacevole hot-pot della Sundlaugin locale; la piscina è indubbiamente uno degli appuntamenti immancabili di un viaggio in Islanda. Con questo cruccio cammino spedito in direzione dell’ostello con un occhio al cielo e uno al ghiaccio sulla strada. È la sera più importante del mio viaggio, quella per cui ho deciso di partire. Poco più di un mese fa decisi di imbarcarmi in questa nuova avventura (la decima) in terra islandese dopo che, basandomi sulle previsioni a lungo termine del NOAA (previsione a 27 giorni), avevo ipotizzato che la terra sarebbe andata a trovarsi sulla strada di un HSS (High Speed Stream), un getto di vento solare ad alta velocità generato da un CH (Coronal Hole), un “buco” sulla cromosfera solare. Questo buco già aveva colpito la terra periodicamente nei mesi precedenti regalando ottimi spettacoli e la mia speranza è che lo spettacolo si ripeta ancora in questi giorni.
A giustificare maggiormente la mia irrequietezza e il passo spedito sono le previsioni a breve termine, sempre a cura del NOAA, che confermano le buone speranze per la serata con una previsione di “KP6” dalle 21. Questa scala, gioia e dolori degli appassionati di Aurore, indica il livello di attività geomagnetica a livello globale in una scala da 0 a 10; 6 corrisponde a una tempesta geomagnetica di 2° livello che, alla latitudine dell’Islanda, è assai interessante.
Con questi pensieri (perché pensarci ancora mentre cammino non so…), arrivo all’ostello e qua scatta il primo grande dilemma. Sono le 19, il tempo è bellissimo con una stellata solo parzialmente disturbata dalle poche luci del paese, non c’è traccia di aurora, ma so bene che è una signora molto birichina a cui piace apparire all’improvviso…insomma, mangiare o correre al faro per prepararsi?
Ho ancora pochi secondi tra l’ingresso nell’ostello e la cucina, punto di non ritorno nell’organizzazione della serata. In quei pochi secondi cambio idea venti volte e alla fine tiro fuori i pantaloni pesanti. 25 secondi e sono davanti al fornello con la decisione finale. Mangio. Una consultazione alle previsioni a breve termine (un simpatico satellite misura costantemente l’intensità dell’energia nell’atmosfera con circa 30 minuti di anticipo) e il responso è “ottima intensità, ma è ancora presto”; l’Aurora generalmente segue il tramonto, ruotando da Est verso Ovest in sincronia con il passaggio dal giorno alla notte. Ieri si era presentata intorno alle 21 e normalmente non ci sono grandi varianti da un giorno all’altro.
Mangio ovviamente di corsa e da schifo, ogni volta è così, ripromettendomi che nella prossima vita mi dedicherò solo a fotografare moda e still-life, ovvero tette e cesti di frutta in tutta tranquillità. In ogni caso, alle 20 in punto mi fiondo fuori dall’ostello e una leggera striscia verde appare in cielo. Eccola, e io sono in ritardo. Ovviamente so bene di non esserlo, ma l’emozione che provoca il primo accenno di Aurora, unito alla mia profonda milanesità, mi fa scalpitare verso la meta. Sudo come un animale nella ipertuta termica da grandi prestazioni, ma non importa, Lei mi aspetta.
Un occhio al satellite, 61GW di intensità (su una scala da 5 a 150) dice, è veramente buona e il culmine ora si trova sulla Norvegia. Potrebbe mancare molto poco. Pianto un volo su una lastra di ghiaccio, ma è normale, anzi, di buon auspicio, tanto sono carrozzato quanto un guerriero mongolo. Finalmente sono in posizione, il faro è li che mi aspetta, le stelle brillano e l’aurora è più o meno uguale a quando sono partito. Come sempre, dopo la corsa…l’attesa. Dopo aver ancora guardato il satellite con la previsione a 30 minuti, guardo il magnetometro di Tromsø che altro non è che uno strumento che misura in tempo reale l’intensità del campo magnetico terrestre. Essendo Tromsø a Est dell’Islanda, generalmente da un’indicazione sull’attività con un certo anticipo.
Sono le fatidiche 21 e il magnetometro è piatto. L’Aurora è sempre una leggera velatura che cinge il Polo Nord e tira un gelido vento settentrionale. Mi accuccio proteggendomi, aspettando…nella prossima vita…tette e cestini di frutta, nel tepore di uno studio fotografico. 21.10, 21.20, 21.45…nulla. Gli strumenti danno ottimi valori, so che arriverà, ma per ora si tratta ancora di un leggero alone verde, solo che questa volta attraversa tutto l’arco celeste da Est a Ovest, bello alto sull’orizzonte, molto bene. Un ultimo sguardo agli strumenti 66GW e il magnetometro di Tromsø che indica una variazione del campo magnetico di -300 nt (ben visibile sul grafico), un discreto valore. Stiamo entrando (finalmente) nella nella fase calda (disem inscì).
L’arco verdastro diventa sempre più compatto e luminoso e iniziano ad apparire sparsi per il cielo come delle fiammelle verdi. Un ottimo segnale e non c’è un momento in cui si può dire “inizia”, ma è una continua trasformazione, un momento sembra tutto calmo e subito dopo appaiono strani disegni come drappeggi verdi/violacei sempre più evidenti e veloci nel cielo. Quando l’aurora raggiunge il culmine la velocità è tale che in una manciata di secondi attraversa tutto il cielo con fiammate rosa/verdi fino al rosso. Scatto foto tentando di inquadrare il faro in tutti i modi, maledicendo una coppia di turisti innanzi che con una tranquillità disarmante sovrastimano nettamente le capacità fotografiche del loro telefono.
Durante una pausa nella “danza verde” mi allontano dai molesti orientali raggiungendo un vecchio relitto di nave che avevo già adocchiato durante un precedente viaggio e riesco a rubare qualche buono scatto con l’Aurora che nel frattempo è tornata in tutta la sua forza. Sono le 23…23.20…23.30….e continuo a scattare mentre inizio a sentirmi come Messner sul Nanga Parbat. Ma non riesco a smettere, mentre il gelo prende il sopravvento e in una posizione assolutamente precaria sul terreno ghiacciato, continuo a scattare fino alla fine…cribbio, nella prossima vita tette e cestini di frutta e quei bei divanetti di pelle confortevoli su cui svaccarsi.
Con il dito indice che ormai si muove come un vecchio plotter degli anni ’80 riesco a vedere sullo smartphone la situazione…niente, ancora alta! Vorrei tornare, ma non posso, non riesco…è mezzanotte. Finalmente, intorno alle 0.20 l’intensità cala, il satellite da 16GW e il magnetometro tornano piatti come l’elettroencefalogramma di un politico. Commosso posso rientrare all’ostello, soddisfatto per la serata. La fotocamera è totalmente congelata e non posso ancora riguardare il prodotto. La avvicino al mio corpo per riscaldarla, l’accarezzo e lei sembra rispondermi alle attenzioni dicendomi “ciccio, la prossima volta tette e cestini di frutta ne…”.
Fotografia e testo di Davide Necchi – A zonzo per le montagne
Aurora boreale in Islanda: le migliori location per fotografarla
1. Il rottame aereo di Sólheimasandur (costa Sud)
Adagiato sulla sabbia nera di Sólheimasandur, il rottame dell’aereo Super DC-3 arrivò qui nel 1973 dopo un atterraggio di emergenza che, per fortuna, non procurò alcuna vittima. Nonostante manchi della coda e delle ali, è il rottame aereo più famoso in Islanda, a breve distanza dall’ancora più nota cascata Skogafoss.
Sulla Ring Road, in direzione est, dopo Skogafoss si troverà il cartello con l’indicazione di Sólheimasandur e si proseguirà ancora per circa 2 chilometri fino a un’altra deviazione sterrata con un piccolo ponticello. Da qui parte la strada, adatta solo a 4×4, che porta al rottame. Prima era possibile percorrerla in auto, adesso invece occorre posteggiare e proseguire a piedi per 4 chilometri (più o meno un’ora a piedi per andare e una per tornare). In inverno, soprattutto, è bene quindi rendersi conto delle condizioni meteo e della fattibilità della cosa per evitare di mettersi inutilmente in pericolo.
Coordinate GPS deviazione 63.4912391 e coordinate GPS relitto 19.3632810
Fotografia di Ottavio Giannella
2. La laguna di ghiaccio di Jokulsarlòn (costa Sud)
Jokulsarlòn è uno dei luoghi più spettacolari in assoluto in Islanda, e di conseguenza anche uno dei più visitati, tanto da essere location di film come 007 e Batman Begins. Credo che ci si dovrebbe passare una giornata intera, dall’alba fino a notte inoltrata, per poter vedere come cambia a seconda della luce che la colpisce. Una baia, con acqua dolce e salata, formata dagli iceberg che scendono dal Vatnajökull e restano nella laguna fino a che, ridotti nelle dimensioni, posso finalmente prendere il largo.
Si raggiunge facilmente perché si trova giusto a fianco della Ring Road, scendendo dalla capitale verso Hofn, ed è munita di un ampio parcheggio. Gli alloggi più vicini per pernottare sono a 12 km, ad Hali.
Fotografia di Ottavio Giannella
3. La laguna di Stokksness e il massiccio del Vestrahorn (Est)
Metti l’acqua del mare, la spiaggia nera, ciuffi d’erba e montagne da capogiro. Piazzaci sopra le luci verdi dell’aurora boreale e sogna. Anzi no, non sognare perché è realtà. La laguna di Stokksnes e il massiccio del Vestrahorn li reputo uno dei luoghi più belli che abbia mai visto, in ogni condizione di luce o di meteo qui l’atmosfera è sempre incredibile. Il Vestrahorn, assieme al Kirkjufell, è una delle montagne più fotografate in Islanda.
Stokksnes si trova lungo la Ring Road, in direzione est, prendendo una strada sterrata poco dopo Hofn ma prima della galleria. Risulta ben segnalato e non presenta particolari difficoltà, se non quelle derivanti da condizioni climatiche avverse che possono essere evitate leggendo le previsioni prima di mettersi in cammino.
La notte al Vestrahorn è stata quella probabilmente con maggiore intensità e attività in cielo con una media di Kp 5/6. Questa particolare zona dell’isola ha un fascino unico. Nonostante si vedano in rete centinaia di foto sempre ritraenti la maestosità della montagna Vestrahorn, l’effetto scenico di questo particolare luogo è sempre unico e affascinante, derivante soprattutto dal contrasto tra la massa di roccia e il riflesso che spesso crea quando è presente uno specchio d’acqua sotto di sé che la solleva visivamente dal suolo. Poter immortalare un’aurora boreale al cospetto di questo grande soggetto naturale è stata un’emozione unica, nonché una delle mie “missioni fotografiche” di viaggio. Ho atteso nel pieno della notte l’arrivo delle luci del nord, mentre sotto ai miei piedi si stava formando un sottile strato di ghiaccio che mi ha permesso di mostrare il cielo riflesso con le sue emozionanti scie verdi.
Fotografia e testo di Andrea Celli
4. Dettifoss (Nord)
La cascata più imponente d’Europa si trova in Islanda, nel nord dell’Isola, e si chiama Dettifoss. Viene definita “la bestia” per la sua potenza e per il salto di 44 metri, oltre che per acque scure e fangose. Dettifoss, fragorosa e imponente, svela tutta la potenza della natura, soprattutto di notte quando l’aurora boreale rischiara il cielo sopra di lei.
Dettifoss si trova a Nord e si può raggiungere attraverso due diversi percorsi che portano rispettivamente sul lato occidentale e orientale della cascata. La parte ovest è quella più semplice da raggiungere dato che le due strade da percorrere, la 862 e la 886, sono asfaltate. La strada 864 porta invece sul lato est ed è sterrata. In inverno, a causa di neve e fango, è chiusa e inaccessibile fino all’inizio dell’estate.
Credo che l’esperienza vissuta in questo luogo sia stata la più emozionante del mio recente viaggio in Islanda. Siamo arrivati con il nostro camper a notte fonda dopo aver percorso un bel tratto di strada sterrata. Sapevamo di non poterci fermare ad aspettare l’alba alla cascata perché le previsioni meteo erano veramente brutte per le ore successive e non potevamo permetterci di rimanere in balìa di una possibile inondazione. Scesi dal camper, abbiamo subito percepito la potenza immensa di questo luogo udendo il frastuono dell’acqua che fa un salto di decine di metri!
Giunti sull’orlo delle rocce a strapiombo sul fiume, ho posizionato la mia fotocamera e come per magia è comparsa danzante e accogliente l’aurora boreale, quasi a darci il benvenuto. Nel buio totale la luna faceva capolino dalle nuvole e illuminava di colpo l’imponente distesa di acqua che sfociava poi nella cascata più corposa di tutta Europa. Il rumore era assordante e il verde nel cielo si districava sinuoso facendo da cornice a una scena allucinante!
Ho scattato questa fotografia con l’adrenalina a mille, il fatto di essere proprio a un passo dal vuoto più oscuro mi ha fatto provare stupore e paura ma allo stesso tempo serenità. Era proprio ciò che speravo di vivere in un luogo come questo: sentirsi un tutt’uno con l’estrema potenza della natura vivendo un miscuglio di fortissime emozioni. La cosa curiosa di questa nottata magica è stata oltretutto il fatto che le luci del nord hanno poi iniziato a pitturare delle forme particolari nel cielo. Rivedendo poi le fotografie scattate, qualcuno dice di distinguere nei fasci di luce verdi delle figure umane. In una in particolare si scorge il volto di un uomo con un mantello e in un’altra una donna con il velo…tra le varie ipotesi di chi potessero essere queste figure vi erano anche Gesù e la Madonna! Insomma la Natura ci fa sognare e qui a Dettifoss si sogna da Dio!
Dati di scatto: Canon 6d e Tamron 15-30 @ 15mm f/2.8 4″ –
Fotografia e testo di Francesca Zamparini Instagram: Francesca Zamparini
5. Il monte Kirkjufell (Penisola di Snaefellsness)
Questo è forse uno dei simboli più utilizzati per rappresentare l’Islanda, un paesaggio iconico divenuto ormai “la montagna più fotografata d’Islanda” e apparso anche nella serie tv Game of Thrones.
Si trova a Ovest, nella penisola di Snaefellsness, esattamente accanto al centro abitato di Grundafjordur. Questa zona, che racchiude tantissimi luoghi da vedere, si può raggiungere anche in inverno senza grandi difficoltà, ma sempre muniti del necessario per poter affrontare eventuali strade innevate e ghiaccio. Non necessita grandi passeggiate dato che si trova praticamente a bordo strada. Questo è sicuramente uno degli spot più ricercati per fotografare l’aurora boreale in Islanda.
Il meteo islandese, si sa, cambia spesso e velocemente. Prova lampante è stata la notte di scatti nella penisola di Snæfellsnes, principalmente quella di fronte al monte Kirkjufell. La frequenza e l’intensità delle piogge hanno interrotto più volte la sessione fotografica notturna, con intervalli piuttosto ridotti di scatto, permettendomi soltanto di poter realizzare delle foto in poco tempo. La difficoltà principale è stata quindi riuscire a posizionarsi in tempo e velocemente, oltre che al buio, (dal parcheggio si raggiunge lo scatto classico di questo spot in pochi minuti), con i parametri di scatto già in mente. Più di una volta sono rientrato in auto senza neanche scattare, colto a metà strada dal temporale. Dopo qualche ora di attesa e di sonno, sono riuscito a scattare la foto al pinnacolo verticale di aurora con una composizione piuttosto inusuale. Non fatevi scoraggiare dal meteo, se c’è attività in cielo meglio attendere qualche ora nei pressi dello spot che avete scelto, nella speranza che si possano liberare degli spiragli per poter immortalare la vostra foto alle luci del Nord.
Fotografia e testo di Andrea Celli
Se sei un fotografo, hai scattato una bella immagine dell’aurora boreale in Islanda e vorresti partecipare a questo articolo, scrivi alla nostra mail e proponiti. Ci piace fare rete e dare visibilità a bei scatti come quelli utilizzati qui sopra.
2 Comments
Complimenti! Non ho mai letto un post così interessante!
Grazie mille