La Nazionale di calcio islandese ha fatto la storia del calcio in Islanda. Tra il 2016 e il 2018, grazie a numerose vittorie, ha portato a casa due grandissimi obiettivi per un’isola che conta più pecore che abitanti, prima gli Europei e adesso i mondiali. Fu istituita nel 1946 e fino a 6 anni fa si trovava al 112° posto nel ranking Fifa, mentre adesso è arrivata al 34°. In Islanda niente è scontato, neppure uno degli sport più amati al mondo.
Calcio in Islanda: 10 curiosità sulla Nazionale di calcio islandese
1. La più breve stagione calcistica per un calcio che fa bene alla gente
L’Islanda ha la più breve stagione calcistica tra i campionati riconosciuti dalla UEFA, anche se ufficiosamente sarebbe la Groenlandia ad avere questo record (ma non è riconosciuta).
Nonostante ciò, negli ultimi decenni il calcio in Islanda ha rivestito un ruolo fondamentale anche a livello sociale, un caso che Andrea Marraccini (appassionato esperto d’Islanda e tour leader per i viaggi di gruppo in Islanda di Natura Vivere) ci racconta nei successivi paragrafi.
[Il boom del calcio in Islanda è avvenuto soprattutto a seguito di politiche inclusive adottate dal governo islandese: per combattere alcol, droga e noia che si insinuavano nei giovani, soprattutto durante il lungo inverno nordico, molte risorse sono state investite nella creazione di campi da calcio coperti, fruibili tutto l’anno, facendo forte “pressione” affinché i più giovani iniziassero a praticare sport, per motivi sia sociali che salutistici.
Da qui è nato il fenomeno “Islanda” che ha travolto e stupito tutto il movimento calcistico internazionale, considerando soprattutto il fatto che la lega islandese non è un vero e proprio campionato professionistico. L’investimento sulle giovani leve e la possibilità di andare a giocare all’estero hanno contribuito alla crescita tecnica, fisica e tattica di molti giocatori, come ad esempio Sigurdsson (stella della nazionale e attuale giocatore dell’Everton) che durante il calciomercato estivo dello scorso anno è stato acquistato per 35 milioni di euro proprio dalla società di Liverpool.
“Fame” di crescere, voglia di emergere e spirito di gruppo sono le basi su cui questa piccola nazione ha fondato la sua ascesa che non deve fermarsi proprio sul più bello.]
2. Italia e Islanda: lo strano caso di Bjarnason e del Pescara
Il 18 Agosto 2004, durante un’amichevole, l’Islanda riuscì a battere l’Italia di Marcello Lippi 2 a 0. I numeri di questo match furono da record grazie a più di ventimila spettatori che riempirono lo stadio di Reykjavik, con solo due tribune, il numero più alto mai registrato fino ad allora. Considerate che in Italia si contano circa 1.080.000 giocatori tesserati, mentre in Islanda a malapena si arriva a 20.000.
Ma non fu questo l’unico contatto calcistico tra i due paesi. Tempo fa un amico abruzzese, conoscendo la mia passione per l’Islanda, mi raccontò un aneddoto molto simpatico che possiamo definire un vero e proprio caso nazionale. Su calciatoribrutti.it troverai il suo simpatico racconto del giorno in cui Bjarnason unì Pescara e Islanda.
Nel Giugno 2015 il Pescara, in cui giocava Birkin Bjarnason, avrebbe giocato la partita decisiva per i playoff contro il Bologna. Il giocatore islandese era, a detta di tutti, l’asso nella manica per assicurarsi la vittoria necessaria per il passaggio in A. Ma proprio per quella data fu convocato dalla sua nazionale in Islanda per il match contro la Repubblica Ceca, indispensabile per la qualificazione agli Europei 2016. Bjarnason non disputò la partita, finita con un pareggio, e per il Pescara sfumò il sogno della serie A.
Da qui una vera e propria rivolta dei tifosi pescaresi e di tutto l’Abruzzo, all’urlo di “Trasformeremo tutte le vostre pecore in arrosticini”, tanto da generare una shitstorm infinita sulla pagina della federazione calcistica islandese KSI con l’hashtag #freebirkir che fece il giro del web. Una serie infinita di commenti dall’Abruzzo all’Islanda, alcuni molto simpatici e goliardici, che fecero diventare il Pescara una delle squadre italiane più conosciute nell’isoletta. Moltissimi di questi interventi, tra l’altro, furono scritti in dialetto e risultarono incomprensibili agli islandesi che tentarono di tradurli con Google Translator.
Ma agli italiani gli islandesi piacciono moltissimo. In questo mondiale 2018 infatti molti tifosi italiani supporteranno la nazionale di calcio islandese, sicuramente lo faranno gli iscritti del gruppo Facebook Amici dell’Islanda (che gestisco insieme ad altre 4 persone). Inoltre, la Gazzetta dello Sport ha lanciato una vera e propria iniziativa, targata #forzaislanda, che consiste in una serie di approfondimenti sull’isola pubblicati sui social e sul quotidiano dal 28 Maggio al 16 Giugno.
3. La qualificazione agli europei
Raramente le squadre del campionato islandese si sono viste impegnate contro quelle europee. La prima volta fu nel 1964, a Reykjavik, e non andò affatto bene dato che una delle squadre locali fu battuta 5 a 0 dal Liverpool. Nonostante ciò, l’Islanda conosce molto bene il calcio europeo, soprattutto quello inglese che fa impazzire gli islandesi.
Il primo risultato degno di nota per la nazionale di calcio islandese è il 6 Settembre 2015 quando arriva la prima qualificazione agli europei. L’Islanda si qualifica seconda nel suo girone, battendo l’Inghilterra agli ottavi di finale ma facendosi poi eliminare dalla Francia ai quarti. Il capitano Aron Gunnarsson commentò così l’epica impresa della sua squadra: “Quello che abbiamo fatto è qualcosa che racconteremo ai nostri nipoti, – ha ammesso – sarà un valore aggiunto per il resto della nostra vita”. Non poteva trovare parole più azzeccate. Il calcio in Islanda adesso è una questione seria.
4. Il primo mondiale per una “piccola” nazionale
Il 9 Ottobre 2017 è la data che ogni islandese potrebbe tatuarsi sulla pelle. Per la prima volta nella storia del calcio del paese, l’Islanda si qualifica ai mondiali con una vittoria di 2 a 0 sul Kosovo marchiata al 40’ da Sigurdsson e al 68’ da Gudmundsson. Lo stadio Laugardalsvollur di Reykjavík esplode di gioia e orgoglio per la sua “piccola” nazionale che addirittura è la prima in classifica del suo girone. Quella sera solo il Geyser Sound come colonna sonora di un’impresa destinata a rimanere nella storia.
L’Islanda è la nazionale del paese più piccolo per numero di abitanti a essersi qualificata a un mondiale. Stiamo parlando infatti dell’unica nazione con meno di un milione di abitanti che partecipa alla coppa del mondo. Per la prima volta in assoluto l’Islanda sarà presente anche all’interno di Fifa 18 (disponibile su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One, Windows e Nintendo Switch).
5. Un allenatore tra i puffin
L’allenatore della nazionale islandese, Heimir Hallgrimsson, è in realtà un dentista che vive in una piccola isola di 13 chilometri quadrati, Heimaey, che si affaccia davanti la costa Sud dell’Islanda e conta meno di 5.000 abitanti ma milioni di puffin. Il suo percorso calcistico, come quello di tanti altri giocatori islandesi, comincia tirando calci a un pallone in mezzo alla neve o sotto la pioggia. Diventa poi giocatore professionista nella squadra locale, continuando però a studiare odontoiatria e aprendo un suo studio personale, e allenatore di squadre maschili e femminili.
Ma da qualche anno le storia è cambiata. Adesso infatti il CT della Nazionale, essendo impegnato per la preparazione al mondiale 2018, dedica molto meno tempo alla sua professione di dentista, continuando comunque a prendere appuntamenti nel suo studio per qualche giorno al mese.
In una recente intervista l’allenatore ha affermato che l’essere dentista lo ha aiutato moltissimo nel percorso calcistico. Un dentista infatti deve saper interagire con ogni paziente, esattamente come ogni allenatore dovrebbe fare con i suoi giocatori.
6. Una divisa “italiana” per la nazionale islandese
La divisa della nazionale islandese è disegnata e prodotta dall’italiana Erreà. Nel 2016 infatti l’azienda emiliana produsse un kit blu, con una fascia rossa bordata di bianco sul lato e alcuni pallini vicini allo stemma della federazione che richiamavano il vapore dei geyser. Ci fu un vero e proprio boom nelle vendite della divisa tanto, da imporre a Erreà di aumentarne la produzione.
Anche la maglia di calcio dell’Islanda 2018 è prodotta da Erreà e rappresenta attraverso i colori gli elementi caratteristici dell’Islanda. Il rosso per il fuoco e la lava dei molti vulcani, il bianco del colletto e delle spalline ricorda i ghiacciai e infine il blu dell’acqua. All’interno del collo scoviamo il motto della nazionale islandese “Fyrir Island” (per l’Islanda), e sul retro della maglietta la bandiera.
7. I giocatori della Nazionale Islandese
Non si può parlare della nazionale islandese senza citare i suoi giocatori. La maggior parte dei giocatori più capaci giocano all’estero, infatti dei 23 giocatori convocati per l’Europeo nessuno giocava nel campionato islandese. Inoltre c’è da sottolineare il fatto che in un’isola così piccola non sono moltissimi i giocatori professionisti. La federcalcio islandese ne conta un centinaio, praticamente una manciata se paragonati ai 13.000 della federazione nostrana.
Ma questi piccoli numeri non inficiano la qualità tecnica di una squadra preparata per una grande sfida. Lo stesso capitano Gunnarsson ha recentemente dichiarato: “Non abbiamo grandi star come altri. Ma abbiamo una squadra che si conosce molto bene. Tanti giocatori della nazionale giocano insieme da tempo, sapendo bene i pregi e i difetti di ognuno. Sanno che la squadra è più importante di un solo giocatore perché è la nostra fortezza”.
8. Un portiere regista
Sapete che il portiere della nazionale islandese era un affermato regista? Hannes Thor Halldorsson, ragazzone di 34 anni, interrompe la sua carriera calcistica a soli 15 anni a causa di un infortunio alla spalla. Comincia allora a dedicarsi a un’altra sua passione, il cinema, da un primo cortometraggio a scuola fino a un tirocinio per la casa di produzione Saga Film. La carriera cinematografica da regista promette bene e presto Hannes diventa uno dei videomaker più affermati della nazione, dirigendo anche un video musicale che varrà la qualifica agli Eurovision Song Contest a una coppia di cantanti.
Ma il richiamo del pallone si fa sentire e il salto dal campionato islandese a quello olandese è rapido. Nel 2014 poi, con la nazionale islandese, sfiora il mondiale, mentre nel 2016 vede realizzarsi il sogno dell’Europeo. I calciatori islandesi spesso hanno un’altra professione oltre a quella del calciatore. Thor Halldorsson ne è l’esempio.
9. Il geyser sound della nazionale di calcio islandese
Alzi la mano chi non conosce l’ormai famoso Geyser Sound, quel boato che ha accompagnato le vittorie della nazionale islandese nelle ultime competizioni europee. Ma in che cosa consiste? Semplicemente nel battere le mani, sempre più velocemente e ogni due battute di tamburo, con un “uh” molto intenso a ogni battito. La miglior colonna sonora per l’epica impresa della qualificazione agli Europei del 2016, quella che ha fatto venire i brividi ai tifosi di qualsiasi altra squadra.
Il Geyser Sound è diventato così celebre in tutto il mondo da essere coperto da copyright. Nel 2016 infatti il suono “Hù” è stato registrato presso l’ufficio brevetti (nelle due varianti “Hù” e “Hùh”) e, ad oggi, è vietato riprodurlo in qualsiasi modo.
Ma da dove viene il Geyser Sound? I responsabili della tifoseria della nazionale hanno affermato di aver preso ispirazione da quella della squadra locale Stjarnan, che a loro volta avrebbero preso spunto dalla curva del Motherwell, una squadra scozzese. Pare che non ci sia una vera e propria correlazione con i vichinghi, nonostante il nome, e che siano stati gli spartani del film 300 ad aver dato l’esempio (ricordate la scena in cui gli spartani si battono contro l’esercito persiano e urlano “hoo” battendo gli scudi?).
10. La tifoseria islandese
Anche la tifoseria in Islanda non è così scontata come in altri paesi del mondo in cui si cresce a pane, calcio e Nutella. La “curva” della nazionale islandese si chiama Tólfan, in inglese “The Twelve” (il dodicesimo uomo), ed è stata creata solo nel 2007, crescendo però moltissimo grazie agli ultimi successi della squadra. Si tratta di una delle tifoserie più amichevoli in assoluto, tanto da essere definiti dei “buoni vichinghi” che preferiscono gli abbracci agli atteggiamenti da hooligan. Il calcio in Islanda è per tutti, anche per le famiglie e i bambini, e va vissuto con lo spirito giusto.
Per insegnare a tutti gli islandesi il famoso Geyser Sound, di cui abbiamo parlato sopra, i fondatori della tifoseria hanno partecipato a moltissimi eventi di vario genere, da matrimoni a party aziendali e natalizi. Una vera e propria passione per accompagnare i giocatori islandesi a compiere quel piccolo miracolo che è stata la qualificazione al mondiale 2018.
Uno dei tifosi più famosi d’Islanda è senza dubbio il telecronista islandese, Gudmundur Benediktsson, che perse la voce commentando il gol di Traustason al 94′ contro l’Austria, essenziale per far qualificare la nazionale agli ottavi degli Europei. Un urlo indimenticabile che ha fatto il giro del web e che racconta alla perfezione l’emozione del sogno islandese.
Quando giocherà l’Islanda ai mondiali e dove è possibile vedere le partite?
16 Giugno 2018 Argentina – Islanda, ore 15 su Italia 1
22 Giugno 2018 Nigeria – Islanda, ore 17 su Italia 1
26 Giugno 2018 Islanda – Croazia, ore 20 su Canale 20
Ma questo approfondimento sul calcio in Islanda non finisce qui. Un altro articolo è in arrivo nei prossimi giorni!
Ti consiglio di leggere anche Dieci curiosità sull’Islanda.
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