Due anni fa, ad Aprile, arrivò per caso un viaggio tra Israele e Palestina che mi cambiò la vita. Questa terra era da tempo nella mia lista dei desideri ma mai avrei pensato di visitarla partecipando a un pellegrinaggio. Che non si trattasse di un classico pellegrinaggio in Terra Santa lo avevo capito fin da subito. “Un invito, poi un viaggio”, organizzato dalla rock band italiana The Sun, è un’esperienza di vita unica destinata a lasciare traccia dentro di te.
Mi iscrissi da sola, grazie anche alle parole del mio caro amico Francesco Lorenzi dei The Sun, e partii con alcune consapevolezze e la testa un po’ confusa. Tornai a casa, dopo una settimana, con tanti nuovi amici, un progetto tra le mani chiamato Officina del Sole e tanta voglia di ricominciare a vivere la mia vita con più tenacia di prima.
Quest’anno “Un invito, poi un viaggio” riparte per la Terra Santa, dal 2 al 10 Aprile. Io purtroppo non riuscirò a partecipare, ma ho tanta voglia di raccontare il mio pellegrinaggio di due anni fa perché credo che un’esperienza simile si debba vivere almeno una volta nella vita.
La piccola città di Nazareth è stata la prima tappa del pellegrinaggio. Non sapevo cosa aspettarmi e non mi ero fatta alcuna idea. Si trova nella bassa Galilea, in una splendida valle verdeggiante circondata da montagne. Coniuga la fede e la spiritualità (questo è il luogo dell’annunciazione dell’angelo Gabriele e qui potrete visitare la Chiesa dell’Annunciazione) con la storia e l’archeologia. È la più grande città araba di Israele e qui, in Terra Santa, ho sentito e visto per la prima volta il richiamo alla preghiera del Muezzin. Affacciarsi su Nazareth e vedere tutte le case chiare decorate con colori pastello e la vivace vita del Medio-Oriente che scorre.
2. Il Monte Tabor
La seconda tappa di “Un Invito, poi un Viaggio” 2014 è stato il Monte Tabor, un posto magico nel mezzo della pianura di Esdrelon che nei tempi antichi i viaggiatori attraversano per raggiungere il Mediterraneo. Il monte, alto 554 metri sul livello del mare, appare solo e raccoglie sulla sua sommità la Basilica della Trasfigurazione e il convento francescano. Siamo saliti a piedi, in silenzio, e siamo scesi al tramonto con delle fiaccole in mano. Il vento che soffiava sulla nostra faccia e i nostri occhi che guardavano le tante luci che animavano la valle di Esdrelon. Il cuore che ti scoppia.
3. Lago di Tiberiade
Ecco un altro luogo importante del pellegrinaggio e particolare per le sue caratteristiche. È il lago di Tiberiade, anche detto mare per essere il più grande lago di acqua dolce dello stato di Israele, che si trova all’interno della depressione del fiume Giordano, ben 209 metri sotto il livello del mare. Abbiamo navigato sul lago e siamo rimasti fermi, circondati solo dall’azzurro del cielo e dell’acqua e da un silenzio assordante che non può che risvegliare la tua coscienza. Le alture del Golan e Tiberiade sullo sfondo non possono che aumentare questo profondo senso di gratitudine per le meraviglie del creato.
4. Wadi Kelt o Deserto di Giuda
La passeggiata nel deserto era uno dei momenti del viaggio che più attendevo. Quante volte lo avevo sognato e immaginato. Il Wadi Kelt, nei pressi di Gerico, è un canyon roccioso che fa parte del deserto della Giudea in Cisgiordania. Si cammina tra bianche e calcaree pareti rocciose e piccole macchie verdi. Anche qui vige il silenzio, per rendere ancora più spettacolare l’esperienza di camminare nel deserto. E poi, a un tratto, appare il monastero greco-ortodosso di San Giorgio, aggrappato alla roccia come uno scalatore. Passeggiare nel deserto è stato indimenticabile per i panorami visti ma anche per gli incontri fatti, in particolar modo quello con un bambino palestinese che si trovava lì a vendere braccialetti con suo padre. Vederlo stupito mentre scattavo una fotografia con la Fuji Instax e strappargli un sorriso regalandogli la polaroid. Non lo dimenticherò mai. Viaggiare regala momenti ed emozioni impagabili.
5. Betlemme
La Valle d’Israele, grazie ai suoi panorami verdeggianti, è magnifica per gli occhi. Ma io avevo bisogno di Betlemme e di un po’ di Palestina per far felice il mio cuore. Volevo visitarla dai tempi del liceo, quando seguivo con interesse le questioni politiche del Medio Oriente. Così, mentre di notte attraversavamo Israele con il pullman e ci avvicinavamo alla Cisgiordania, io stavo con lo sguardo al finestrino. Ho tremato quando sono scesa e ho capito di essere a Betlemme, finalmente.
Svegliarsi tutte le mattine con il canto del Muezzin e girare per le strette vie della città mentre il sole va tramontando.
6. Hogar Ninos Dios e Caritas Baby Hospital
Si tratta di due realtà molto importanti che operano nel sociale e di cui ho parlato meglio nell’articolo “Palestina a occhi aperti”. Entrare in queste due strutture e conoscere chi, ogni giorno e nonostante le avversità di un contesto socio-politico costantemente in tensione, riesce a dare il sorriso a chi ne ha bisogno è stata una grande lezione di vita. Per tutti coloro che si lamentano delle stupidaggini e credono che la vita abbia poco valore…qui si ritrova il senso del proprio percorso e si viene investiti di una missione, quella di raccontare cosa si è visto. Senza se e senza ma.
7. Getsemani
Il Getsemani, conosciuto come orto degli ulivi e poco lontano dal centro di Gerusalemme, è un ampio terreno con ulivi secolari, una piccola oasi di pace nel caos turistico della Città Santa. Qui Gesù trascorse la notte in preghiera, mentre gli apostoli si erano addormentati, prima di essere arrestato dalle truppe romane condotte da Giuda. In questo contesto paesaggistico ed emotivo, abbiamo avuto tempo di riflettere e meditare sul nostro percorso. Ho visto volti pensierosi, confusi e seri. Ma dopo, mentre il sole tramontava sopra le mura di Gerusalemme, uscivamo insieme più leggeri dentro e felici nel cuore.
8. Gerusalemme dentro le mura
Gerusalemme, la città eterna, ha un fascino tutto suo. Ogni pietra di cui è fatta racconta una storia e la fiaba che da millenni attira migliaia di pellegrini e viaggiatori, si sente chiaramente nell’aria. La città vecchia è divisa in 4 quartieri e qui ci sono alcuni dei luoghi più importanti delle tre maggiori religioni del mondo: il Muro del Pianto, il Santo Sepolcro e la Cupola della Roccia. Facile è stato per me innamorarmi del quartiere arabo e del Suq, caotici e vivaci da confonderti in un attimo e farti perdere la via. Sono entrata in un negozietto che vendeva spezie e tè in foglie e ho provato a pronunciare le poche parole arabe che avevo imparato prima di partire, perlopiù una breve serie di convenevoli. Questo piccolo gesto ha fatto sorridere il proprietario che mi ha chiesto di poter fare una fotografia con lui. Adoro entrare in sintonia con le persone che abitano in un luogo. Viaggiare è davvero meraviglioso.
9. Il Muro di Separazione
Il viaggio non è fatto solo di delizie per gli occhi e di emozioni positive. Un pellegrinaggio come quello di “Un Invito, poi un Viaggio” smuove le tue convinzioni e ti mette faccia a faccia con ciò che spesso facciamo finta di non vedere e sentire. Tra la Cisgiordiana e Israele esiste un muro di separazione che confina il popolo palestinese al suo interno, una vera e propria prigione a cielo aperto. Magari ne avrai sentito parlare nei libri o in televisione. Trovarsi a camminare sotto quel muro altissimo è un pugno nello stomaco, di quelli che non riuscirai a dimenticare quando tornerai a casa. E anche questa, per quanto amara possa essere, è una lezione di vita per noi pellegrini. Un’altra missione di cui farsi carico: raccontare che il muro c’è ed esiste.
10. Amicizia
Un ultimo metaforico luogo che questo pellegrinaggio in Terra Santa mi ha fatto esplorare è quello dell’amicizia. Sono partita sola e sono tornata a casa con un sacco di amici in più, anzi, una vera e propria famiglia. Abbiamo condiviso esperienze indimenticabili e, in piazza della Natività a Betlemme, abbiamo deciso di sposare un progetto che ci sta portando molto lontano e che ci ha cambiati. Officina del Sole è uno dei più bei regali che potessi ricevere da questo viaggio e dalla Terra Santa. Grazie.
Queste sono i miei ricordi e le mie emozioni a fior di pelle. Se siete interessati a partecipare o a saperne di più, potete visitare il sito di “Un Invito, poi un Viaggio” oppure quello di Officina del Sole. Ricorda che i pellegrinaggi non sono tutti identici e che questo è un viaggio che cambierà la tua vita. Sei pronto a partire?!
Ringrazio Officina del Sole e i The Sun per aver creduto in me e faccio un in bocca al lupo a tutti i ragazzi che quest’anno partiranno per questa fantastica avventura.
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