Un pellegrinaggio in Terra Santa non è certo un viaggio come tanti altri. Questo territorio è infatti caratterizzato da accese questioni politiche oltre che dal fatto di essere la culla di civilità millenarie e di tre grandi religioni quali ebraismo, islamismo e cristianesimo. La stessa Gerusalemme non è una città semplice da comprendere viste le differenti dinamiche storico-culturali che la compongono, un melting pot tanto affascinante quanto indecifrabile. Inoltre il Medio-Oriente in generale presenta usi e costumi differenti dai nostri e qualche piccolo consiglio tecnico può essere utile per prepararsi come si deve a questo indimenticabile viaggio.
Sono stata in pellegrinaggio in Terra Santa nell’Aprile 2014, all’inizio della stagione “turistica”, e posso dirvi con sincerità che questo viaggio mi ha cambiato la vita. Proprio grazie a questa esperienza con il progetto “Un invito, poi un viaggio”, ho deciso di scrivere questa breve guida per tutti i pellegrini diretti verso la Terra Santa.
Quale abbigliamento scegliere
La questione abbigliamento è di fondamentale importanza per affrontare nel migliore dei modi il pellegrinaggio, sia per rispetto nei confronti dei luoghi visitati, sia per un aspetto più tecnico. Partiamo dal primo.
Vista la natura religiosa e spirituale dei luoghi visitati, sarà necessario scegliere un abbigliamento consono e rispettoso che non vada a urtare la sensibilità religiosa delle persone che vi abitano. All’interno dei luoghi di culto, ad esempio, è necessario evitare scollature e braccia e gambe scoperte. Meglio quindi indossare pantaloni lunghi e t-shirt oppure munirsi di uno scialle da indossare al momento del bisogno. Questa piccola regola vale sia per gli uomini che per le donne. Per quanto riguarda l’usanza musulmana di coprirsi la testa con il velo, non c’è esigenza di adeguarsi come in altri paesi quali l’Iran.
Da un punto di vista più tecnico invece è indispensabile optare per scarpe e indumenti comodi. Le scarpe da ginnastica sono il top se avete in programma qualche escursione nel deserto. Ho visto persone percorrerlo con le infradito ma, a meno che non si tratti di una vostra personale penitenza, lo eviterei. A seconda della stagione, soprattutto in primavera e autunno, vi consiglio di vestirvi a cipolla indossando più strati. Dalla mattina alla sera le temperature possono variare moltissimo, così come muovendosi da una zona all’altra. Gerusalemme si trova su una collina, a 800 metri sul livello del mare, e per questo motivo l’aria è più fresca e soffia spesso un venticello leggero. Una felpa o una giacca a vento da mezzo tempo è l’ideale per evitare di prendersi un bel raffreddore come è successo a me. Come notate nella foto qui sotto, per la camminata nel Wadi-Kelt non sono riuscita a rinunciare comunque al mio consueto total black nonostante il sole a picco. Se non siete abituati, forse meglio favorire indumenti chiari e un foulard/cappello per coprire la testa.
Medicinali in viaggio e Chiamate internazionali
Quando si visita il Medio-Oriente ci sono alcuni piccoli accorgimenti da mettere in atto per non incorrere in spiacevoli situazioni. Il più classico è quello di lavarsi sempre le mani dopo essere andati in bagno e prima di toccare il cibo, insieme al bere solo acqua contenuta in bottiglie sigillate. Per il resto potrebbe essere una buona idea portarsi dietro alcuni medicinali come l’enterogermina, per regolarizzare la flora batterica visto il cambio di alimentazione, e l’aspirina in caso di eventuali raffreddamenti.
Effettuare o ricevere chiamate da/per Israele può essere molto costoso visto che il paese non appartiene ovviamente alla zona UE e dal punto di vista telefonico è spesso considerata zona 3 o 4 a seconda dell’operatore. La soluzione più conveniente è quella di acquistare una sim con operatore nazionale quando arriverete a destinazione, così da avere anche la rete internet a disposizione. Altrimenti potrete utilizzare la connessione Wi-Fi, solitamente disponibile negli hotel, per chiamare tramite Skype, WhatsApp o anche Facebook (ricordate di portare un paio di auricolari con microfono incluso).
Fotografare con discrezione
Nei luoghi di culto fotografa solo dove è consentito e fai attenzione ai cartelli esposti all’ingresso degli stessi. Inoltre, soprattutto a Gerusalemme, cerca di essere discreto nello scattare fotografie alle persone e non essere invasivo. Al Muro del Pianto, ad esempio, tutti gli ebrei pregano con grande devozione e occorre quindi fare attenzione per non risultare sgradevoli o disturbare un momento così intenso.
Evita di scattare fotografie ai check-point o ai militari israeliani lungo il muro di separazione. Ho notato invece che, nelle zone di controllo israeliano, i militari sono ben disposti a farsi immortalare per foto ricordo con i turisti. Probabilmente perché la situazione è meno tesa e più sotto controllo rispetto ad altre aree all’interno della Cisgiordania.
Come attrezzature tecniche sono sicuramente utili batterie di scorta per la macchina fotografica e un power bank per chi scatta con lo smartphone. Inoltre anche un piccolo cavalletto potrebbe essere un accessorio indispensabile per realizzare dei timelapse del tramonto o dell’alba.
Sicurezza
Nonostante Israele e Palestina siano circondati da tensioni e conflitti (soprattutto in Libia, Iraq, Siria e Nord Africa), la situazione è tranquilla e infatti, a oggi, la Farnesina non sconsiglia o vieta viaggi in questo paese. Non sono stati registrati tentativi dell’Isis di entrare in territorio israeliano o palestinese e non ci sono minacce o pericoli né per le minoranze etniche presenti né per i turisti e pellegrini. Sinceramente non ho avuto alcun timore girando per Israele e Cisgiordania e ho trovato cordialità e gentilezza da entrambe le parti. Ricordo ancora il giorno in cui, visitando il quartiere arabo e il Suq, entrai in un piccolo negozio di spezie e mi misi a parlare con il negoziante. Gli bastarono poche parole in un improbabile arabo per sorridere e chiedermi di fare una fotografia insieme a lui.
I controlli aeroportuali effettuati dal personale addetto israeliano possono risultare difficili e in alcuni casi perfino estenuanti. Ne ho già parlato in questo articolo e non posso che sottolineare il fatto di evitare di menzionare la Palestina e tutto ciò che a essa si riferisce. Evita di portare con te oggetti che raffigurano simboli collegati a movimenti politici palestinesi (anche una semplice kefiah) e non comunicate eventuali simpatie per questi ultimi.
Questi sono alcuni dei consigli che mi sono venuti in mente pensando al mio primo viaggio da pellegrina in Terra Santa. Probabilmente ne aggiungerò altri successivamente. Se anche tu hai consigli, commenta qui sotto e aiutaci a esaurire tutti gli aspetti più importanti.
No Comments