State programmando un viaggio in Israele? Preparatevi a sostenere un intenso ed estenuante colloquio con gli addetti alla sicurezza dell’aeroporto di partenza, sia che voi partiate dall’Italia per raggiungere l’aeroporto Ben Gurion in Israele che viceversa.
Sappiate innanzitutto che i controlli di sicurezza al passaggio della frontiera di Israele sono legali e finalizzati alla sicurezza del paese. Sono estremamente minuziosi e, senza esagerare, molto invasivi. In Italia probabilmente siamo al limite della legalità in merito alla questione sulla privacy. I controlli non si riducono a semplici colloqui e spesso vanno ben oltre, soprattutto per gli arabi, le persone con i nomi arabi, persone con caratteristiche arabe, come pure le persone sospettate di intrattenere relazioni con gli Arabi.
Le domande più comuni riguardano le motivazioni e l’organizzazione del vostro viaggio. Vi potranno chiedere il vostro itinerario e gli hotel in cui alloggerete. Il ritmo è alquanto incalzante e spesso arrivano a chiedere informazioni sulla vostra vita privata al fine di comprendere come avete pagato il viaggio e se potevate permettervelo (suppongo per escludere che possa essere finanziato da organizzazioni terroristiche). A me personalmente hanno chiesto dove fossi impiegata e di poter far vedere loro un selfie sul posto di lavoro. Sono rimasta alquanto sbigottita dalla richiesta ma ho tentato di ingegnarmi comunque. Visto che non mi pareva il caso di sfogliare le millemila fotografie presenti sull’iPhone ho deciso di mostrargli il mio profilo fb dove è indicato dove lavoro. Sono riuscita ad accontentarli. Ad altri compagni di viaggio è stato chiesto di farsi mandare per email il diploma di laurea, la ricevuta del bonifico per pagare il viaggio oppure certificati del lavoro. Se hanno qualche dubbio su di voi, potranno perfino chiedervi di guardare la vostra posta elettronica o i vostri profili sui social (ma la privacy?!) Confermiamo quindi l’atmosfera orwelliana della situazione.
Dopo il colloquio sarete valutati e riceverete un numero che va da 1 a 6. L’1 solitamente spetta agli israeliani, il 2 ai diplomatici, il 3 agli stranieri considerati innocui, il 4 implica un elemento minimo di pericolosità, il 5 vuol dire che siete molto sospetti e infine il 6 significa che siete molto pericolosi (esiste anche il 6t che descrive una grave minaccia per Israele). Se venite etichettati con un grado 5 o 6, potreste dover subire un lungo interrogatorio e una perquisizione corporale. Insomma, preparatevi a passare ore interminabili nelle sale controllo dell’aeroporto. Keep calm!
Il mio consiglio è quello di prepararvi a ogni tipo di domanda circa il vostro viaggio e le vostre motivazioni e munirvi concretamente di una serie di documenti che potrebbero chiedervi di mostrare loro. Evitate di menzionare il fatto di conoscere persone palestinesi e di avere contatti con loro. Mantenete la calma, rispondete in tranquillità e nella vostra lingua madre. Siate il più collaborativi possibile con gli addetti che effettueranno il colloquio o il controllo bagagli.
Vi posso assicurare che, una volta passato questo intenso e ansiogeno controllo, tirerete un sospiro di sollievo e comincerete a riflettere su come possano i palestinesi vivere nella loro terra subendo ogni giorno controlli ben peggiori di quello a voi appena capitato.
Comunque, per dovere di cronaca, il mio gruppo è riuscito a passare i controlli e si è imbarcato alla volta della Terra Santa (seppur con quelle 2/3 ore di ritardo). Indi per cui sappiate che, da oggi in poi, i post su questo topic abbonderanno.
8 Comments
L’altra volta avevo commentato la Palestrina ora commento Israele… ma veramente potrebbero voler controllarti facebook !? Ma non ci credo.
In ogni caso, nonostante le proprie idee, resta un luogo carico di fascinodi magia,di mistero e di carisma che mi piacerebbe tanto vedere, anche se forse non come turista ma come pellegrinaggio. Ciao :)
La questione controlli diciamo che cambia a seconda della compagnia e della situazione. Noi eravamo un gruppo di 222 persone e volavamo con un aereo tutto nostro dell’Arkia Airlines (compagnia israeliana). Il numero di persone e il fatto che molti non si conoscevano deve aver messo loro dei dubbi e hanno così alzato il livello di sicurezza. Sono state fatte tante tante domande e in modo incalzante. Per la maggior parte dei casi chiedevano di giustificare come avevamo pagato il viaggio e ad alcuni hanno chiesto di vedere Facebook (ad esempio a me per capire se davvero lavoravo in un campeggio e ad altri bonifici bancari). In generale comunque occorre essere tranquilli e anche un po’ acuti. La prossima volta infatti eviterò di menzionare blog, facebook e quant’altro visto che in essi ho rimandi alla Palestina e potrebbero essere visti come poco piacevoli. Comunque è un luogo meraviglioso e suggestivo. Sia Israele che Palestina mi sono piaciuti moltissimo e Gerusalemme è un’esperienza devastante. Ti consiglio di scegliere un pellegrinaggio ben organizzato e particolare (come quello che ho fatto io e che hanno organizzato anche quest’anno) oppure i viaggi organizzati da associazioni che ti portano anche nella parte della Cisgiordania e ti fanno toccare la realtà palestinese con mano.
Ciao a te…anzi a voi!!
Ciao! Io parto per Israele a novembre e mi sta già salendo l’ansia al pensiero di tutti questi controlli.. posso chiederti da quale aeroporto sei partita? I tempi per i controlli sono così lunghi anche partendo dall’Italia?
Ciao Claudia, io sono partita da Fiumicino con la compagnia israeliana Arkia Airlines. Ti consiglio di andare un po’ prima per essere sicura di farcela con i tempi. Purtroppo i controlli non sono sempre uguali e possono richiedere più o meno tempo a seconda del caso.
Saluti
2018 27 luglio 3 agosto.
Io mi sono recato Napoli – TEL AVIV
e TEL AVIV NAPOLI ed in entrambe le occasioni sono stato stremato dal controllo in areoporto.
All’andata un ora e mezzo di domande, interrogatori, mi hanno chiesto circa il mio lavoro e circa le tasse universitarie, e non contenti mi hanno portato in una stanza a latere per procedere con perquisizione personale e del bagaglio (danneggiando addirittura l’orologio da polso CK che hanno aperto) perché sembra che non si possa conseguire una laurea in storia dopo una in giurisprudenza e lavorare nello stesso tempo.
A ritorno la signorina era tipo “tedesca” poco garbata e poco elegante e anziché la perquisizione ho ricevuto addirittura i raggi X.
Penso fermamente che gli italiani (sperando di non dover dire napoletani) che viaggiano da soli sono più tartassati, a differenza di altre nazionalità. Non vorrei sbagliarmi ma da quanto ho osservato ho avuto questa netta sensazione.
La permanenza in Israele FANTASTICA . Ma se devo tornarci dico di NO. Un conto è la sicurezza, un conto è il BUON GUSTO. Il mondo offre tante altre mete ringraziando Dio. Senza contare il ritardo dei voli EL AL.
M.Z.
Scusami ma le interviste le fanno in Italiano? Se uno non parla inglese come funziona? Grazie
Ciao Fabiana,
le interviste le fanno nella lingua che tu scegli. Dunque, partendo dall’Italia è sempre consigliabile richiederle in italiano.
Ciao. ma ai controlli c’è anche l’unità Cinofila?
Spero di no perché soffro di cinofobia.